Oggi è il 24 agosto. Una data che per Amatrice e per tutto il territorio circostante è diventata simbolo di dolore e ricordo. Nove anni fa, il terremoto ha portato via persone, case, sogni. Da allora, ogni anno, questa giornata diventa occasione di memoria, di preghiera, di bilanci e di promesse.
Ma c’è un pensiero che mi accompagna forte oggi: la vera differenza non la facciamo il 24 agosto. La facciamo nei 364 giorni che stanno in mezzo, da un anniversario al successivo.
Sono convinto che ciascuno possa fare qualcosa. Non credo a chi dice “io posso far poco”: anche un tassello minuscolo contribuisce a un mosaico più grande. È con questo spirito che, insieme a Funambolo Edizioni, abbiamo dato vita al progetto con gli studenti del Convitto di Amatrice: incontri di lettura e confronto sul mio libro Yago e il segreto di Creacon. Un romanzo che parla di creatività, di affrontare le sfide, di costruire futuro.
Abbiamo scelto di esserci non quando i riflettori sono accesi, ma quando si spengono. Perché è lì che serve di più.
Il 24 agosto deve restare un giorno di memoria, ma può diventare anche un giorno che ci ricorda l’impegno quotidiano: piccolo, concreto, fatto di gesti che magari non finiscono sulle cronache, ma che costruiscono comunità.
Il terremoto ci ha tolto molto. Ma ci ha anche insegnato che la speranza non si misura nei grandi discorsi, bensì nei passi che ognuno sceglie di fare, giorno dopo giorno.
Rino Panetti
24 agosto, NON SOLO MEMORIA: IL VALORE DEL FARE, GIORNO DOPO GIORNO. Un anno di cammino con i ragazzi di Amatrice
