Lina, la forza di una ragazza tra Rieti e Creacon

Lina 8 marzo

“Lina Pitoni passò il pomeriggio […] a riordinare i suoi appunti di fisica. Non che ne avesse bisogno, semplicemente la faceva sentire bene, indugiare su quelle acrobazie di simboli, formule e relazioni. Possedeva questa capacità, che nel tempo aveva imparato ad apprezzare e che considerava una fortuna: riuscire a trapassare con la mente quelle equazioni e visualizzare la realtà che esse rappresentano, trasformarle in sostanza, movimento, effetti nel quotidiano, scorgere come l’infinitamente piccolo agisce sul quotidiano.
Del resto, la giornata non era delle migliori. Pioveva. Dalla mattina.
Lina, una ragazza del primo anno. Abitava in uno degli angoli nel dedalo di vie medievali del centro, dove ancora batteva il cuore della Rieti di un tempo, quella dei richiami dalle finestre, degli odori di arrosto la domenica, dei personaggi strampalati destinati a passare alla storia del folclore cittadino. Uno di questi era Marcello, il padre di Lina, muratore quando possibile, amante della bottiglia e delle canzoni melodiche di un tempo, che cantava a squarciagola mentre batteva ogni giorno il suo territorio – il reticolo di vie a sinistra di via Roma, con via della Verdura come ramo principale – e i suoi bar, dispensando massime che sembravano provenire da una saggezza oramai in via di estinzione. Vie che un tempo erano dei cordari, del porto, dei tanti artigiani che tessevano manufatti e storie. Vie che conservavano orgogliose le testimonianze di oltre duemila anni di storia cittadina. Mondo rimasto semplice e genuino, lontano – non solo fisicamente – dai quartieri della rietibene, tutti villette, giardini, putti e spazi di cielo sempre azzurri, sempre ampi, dove ogni sera stanchi professionisti rientrano dando il cambio a tate e donne delle pulizie.
In quel mondo di sacrifici per arrivare a fine mese, di sorrisi, canti e dialetto sincero, di campane ancora disegnate in terra e terze medie come meta ambita, Lina era un piccolo miracolo. Nota in tutta la scuola come una delle giovani più brillanti della città, aveva una sorella più piccola – Erika – con la quale ai genitori non era riuscito di replicare quell’involontario incantesimo, quel colpo di bacchetta magica che mescola e ribalta cromosomi e ambienti naturalmente diretti verso altri approdi.”

Così, in punta di piedi, Lina entra in scena in Yago e il Segreto di Creacon… per rimanerci come autentica protagonista.
La forza di una ragazza, nata in un ambiente non favorevole eppure capace di affascinare con la sua umanità e intelligenza e trasformare chiunque avesse la fortuna di incontrarla.
Un personaggio che ho amato sin dalle prime battute, un personaggio che – nel dedalo di vie del centro medievale di Rieti – in fondo ho davvero avuto la fortuna di incontrare…

Rino Panetti

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