L’ho sentito anche oggi, alla radio:
“Dovremmo fare come gli scrittori, tenere un taccuino sul comodino, per annotare i sogni appena ci raggiungono nel sonno”.
Ecco, in realtà credo accada esattamente il contrario.
Non sono gli scrittori a rincorrere i sogni.
In qualche modo sono i sogni che, silenziosi, durante il giorno prendono appunti seguendo e spiando gli scrittori, mentre costoro raccolgono frammenti di vita, mentre si lasciano attraversare da immagini, parole, incontri.
Sì, prendono appunti, i sogni, sui dettagli che lo sguardo dello scrittore sa vedere.
E poi, di notte, restituiscono tutto — trasfigurato, misterioso, potente.
Forse dovremmo imparare da questo. Dovremmo vivere come vivono gli scrittori: con la loro stessa intensità e offrire così materia viva al sogno.
Essere presenti, attenti, porosi durante il giorno.
Così che, al calare della notte, il sogno abbia qualcosa di vero da sussurrarci.
Rino Panetti
I sogni che spiano lo scrittore… e poi sognano di lui
